Alessandro Gallo è per il secondo anno membro della giuria dei LibrInnovando Awards, oltre ad essere nel comitato direttivo di LibrInnovando fin dalla seconda edizione, gli facciamo tre domande sui Librinnovando Awards e sull’editoria digitale
E’ il secondo anno che fai parte della giuria dei Librinnovando Awards, cosa ti ha impressionato di più dell’edizione 2013?
Personalmente mi è piaciuta molto l’interattività informale con il business speed dating, che ha dato la possibilità a giovani imprenditori e piccole start up di entrare in contatto con aziende più strutturate. Ho avuto alcuni incontri con potenziali fornitori, consulenti e freelance.
E’ importante, anche nel mio ruolo, poter dedicare un po’ di tempo all’aggiornamento, alla formazione ed allo scambio di informazioni con colleghi del settore e con fornitori che lavorano in ambiti contigui. Vedo l’editoria come un settore poroso che deve necessariamente assorbire alcune “best practices” da settori più tecnologicamente e farle proprie per sopravvivere.
A che punto ritieni sia il passaggio al digitale nell’editoria italiana?
L’età media dei decisori è, purtroppo, piuttosto elevata. L’utilizzo di risorse elettroniche da parte di chi ha più di 35 anni è ancora piuttosto limitato. La capacita’ di acquisto dei giovani senza un reddito fisso non favorisce la maggiore diffusione, ad esempio, degli ebooks. Tuttavia, c’e’ da registrare un utilizzo dei contenuti elettronici su tablets e smartphones sempre piu’ capillare. Il ruolo dell’editore e’ messo seriamente in discussione e i lettori, anche gli specialisti che operano in nicchie complesse, accedono sempre piu’ a contenuti gratuiti di qualita’.
Quali sono i fenomeni emergenti di questi ultimi anni nei settori editoriali di cui ti occupi maggiormente?
L’utilizzo dei social networks e del digitale da parte delle aziende farmaceutiche per raggiungere e fidelizzare medici e pazienti sta influenzando notevolmente la produzione e la fruizione dei contenuti. Il digitale e’ ancora una nebulosa il cui ROI (return on investment) non e’ ancora ben chiaro. Le nuove tecnologie, insieme ad altri fattori quali la scadenza di numerosi brevetti per farmaci “blockbuster” hanno visto un forte ridimensionamento della forza vendita delle aziende farmaceutiche a favore di utilizzo di tools di web marketing che permettono il contatto diretto con il medico (e talvolta il paziente). La produzione e trasmissione di contenuti di qualita’ peer reviewed attraverso i canali tradizionali si e’ indebolita. Gli editori STM (scientifici, tecnici e biomedici) devono reinventarsi e diventare piu’ “porosi” rispetto alle modalita’ di fruizione dei contenuti per non diventare obsoleti e, a termine, “invisibili”. Anni fa il contenuto era re (content is king, si diceva), oggi la migliore comprensione dei potenziali fruitori di contenuti attraverso una strategia multicanale e l’interattivita’ in particolare rappresentano un valore aggiunto che non sempre e’ facile garantire.